La colonna sonora di Sonos
Steven Saftig
Global Head of Editorial
Nella veste di Global Head of Music, Brian Beck sceglie con estrema attenzione le canzoni e gli artisti ideali per le campagne pubblicitarie, gli eventi e le playlist curate da Sonos. Vogliamo svelarti i segreti di Brian per essere sempre aggiornato sulle ultime novità musicali e quali sono i suoi tre consigli per la creazione di playlist fantastiche.
Per chi è cresciuto a Fairbanks, in Alaska, nei primi anni ’80, scoprire le novità musicali non era per niente semplice, e ancor meno lo era consegnare i giornali con temperature polari alle cinque del mattino. Tutta questa fatica è servita a Brian Beck per prepararsi a una carriera nel mondo della musica, dove ha lavorato in programmi radio, nel campo dello streaming, nelle etichette discografiche e come manager di artisti, per poi approdare a Sonos come Global Head of Music.
È proprio in quelle mattine buie e gelide che è nata la grande passione di Brian per la musica. “Mia madre mi accompagnava a consegnare i giornali perché era buio pesto e c’erano 4 gradi sotto zero, quindi faceva davvero troppo freddo per andare in giro in bici”, racconta Brian. “In auto ascoltavamo le cassette dei Beatles, dei Led Zeppelin e delle band Motown. Era la nostra tradizione della domenica mattina”. A parte queste cassette, l’unica musica che Brian aveva a disposizione era quella trasmessa dalla radio pop locale e quella che riusciva a trovare da Music Land, il negozio di dischi del centro commerciale.
Questo fino all’agosto del 1981. “Con l’arrivo di MTV, le cose hanno iniziato a cambiare” spiega Brian. “Per chi vive in Alaska, la TV ha un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni. E io sono praticamente cresciuto con MTV.” Alla fine sarebbe andato a lavorare proprio a MTV, ma solo dopo essersi fatto strada in radio.
I primi passi all’insegna dell’idealismo (o come racimolare CD gratis)
“Sono finito a lavorare nel mondo della musica quasi per caso”, rivela Brian. Quando frequentava le superiori a Seattle, doveva scegliere un lavoro per il career day. “Ho suonato con la mia band a uno spettacolo per artisti emergenti organizzato quell’anno in città e una radio che aveva fatto da sponsor ci ha regalato tantissimi CD. Così, per il career day ho deciso di fare il DJ, perché speravo di ricevere altri CD gratis”. Dopo una giornata nella stazione radio di Seattle KNDD 107.7 The End gli è stato offerto uno stage e poi un lavoro a tempo pieno come programmatore musicale e speaker. “Quindi… sì, tutto è iniziato perché durante il career day volevo un po’ di CD gratis”.
Una volta approdato a MTV, Brian ha iniziato a occuparsi della creazione di playlist con brani di vari generi musicali per la prima incursione del canale nel mondo dello streaming musicale. “In quel periodo ho capito quanto fosse importante dedicare tutto il tempo necessario alla creazione delle playlist”, afferma. Brian non si limitava a raggruppare le canzoni in base a un tema più o meno ricorrente, ma creava playlist ottimizzate per l’ascolto in streaming con lo stesso impegno di quando lavorava come programmatore musicale in radio.
La contrapposizione tra arte e profitto pervade il settore della musica. Grazie all’esperienza come manager di artisti, Brian ha scoperto come trovare un equilibrio tra queste due componenti, rimanendo però sempre fedele allo stile unico dell’artista. Lavorando con i team di My Morning Jacket, The Head and the Heart e Preservation Hall Jazz Band (tra gli altri), Brian ha gestito direttamente il marketing, le strategie online, il merchandising e molti altri aspetti. Senza saperlo, stava accumulando l’esperienza che gli sarebbe tornata più utile per il suo ruolo in Sonos.
Per tutta la carriera, Brian ha occupato un posto in prima fila come osservatore dell’evoluzione del consumo musicale, dalle cassette ai CD, dagli mp3 allo streaming. Assistendo a questo progresso, ha visto l’ago della bilancia spostarsi dalla qualità alla praticità. “Per me la qualità audio è sempre stata importante, ma mancava la praticità”, spiega. Dopo aver acquistato il primo speaker Sonos, un Play:5 di prima generazione, Brian ha finalmente trovato una solazione pratica per godersi un suono brillante. “Ho pensato: ‘wow, ma è semplicissimo!’”, ricorda. Con un rinnovato apprezzamento per il suono brillante e una vasta esperienza nel settore musicale, alla fine del 2015 Brian ha iniziato a lavorare in Sonos come Head of Artist Relations per gli Stati Uniti.
Occhi (e orecchie) aperti in cerca di artisti innovativi
Oggi Brian si occupa di trovare e aggiudicarsi l’artista o la canzone giusti per tutto ciò che riguarda la musica in Sonos. Per questo dedica grande cura ai rapporti con i team di artisti che condividono i valori e l’estetica di Sonos, come Solange, Beastie Boys, Frank Ocean e Karen O, per nominarne alcuni. “Mi occupo di presentare Sonos ai grandi artisti, nella speranza che la loro esperienza con il prodotto sia significativa”, afferma Brian. “In questo modo, quando è il momento di scegliere la musica giusta per raccontare una storia, il confronto con il team è facilitato dal fatto che l’artista usa già Sonos e lo apprezza”.
Negli ultimi quattro anni, questi rapporti hanno continuato a consolidarsi e hanno dato vita alla colonna sonora per il lancio di prodotti di alto profilo, le brand activation, i prodotti in collaborazione e gli eventi. Anche se, fin qui, può sembrare che i suoi risultati siano frutto del lavoro di un singolo, secondo Brian l’elemento fondamentale è la collaborazione con un team straordinario. “Questo team è il migliore con cui abbia mai lavorato, per questo in Sonos ho trovato il lavoro dei miei sogni”, continua. “Tutti provengono da ambiti diversi e offrono punti di vista unici e preziosi, il che è fondamentale per offrire sempre il meglio”.
Per scegliere con quali artisti collaborare, Brian deve avere una conoscenza approfondita del panorama musicale attuale, e i metodi che utilizza oggi sono piuttosto diversi rispetto ai tempi in cui rovistava tra gli scaffali di Music Land in Alaska. “Ormai mi dedico completamente allo streaming”, spiega. “Seguo all’incirca 50-70 playlist di novità su tutti i servizi di streaming musicale”. Ma è qui che inizia il bello: “Ogni settimana aggiungo i brani che mi sembrano interessanti o che compaiono in più playlist alla playlist dei ‘forse’”. Poi completa la playlist con l’aiuto dei social media, seguendo vari artisti ed etichette su Instagram o facendo qualche visita ai negozi di dischi. Dopo averla snellita varie volte, crea la versione finale, quella che consulta quando gli viene chiesto di scegliere la musica per una nuova iniziativa di Sonos.
Playlist senza algoritmi
Quando non è impegnato a districarsi tra le complessità del mondo della musica, a volte gli viene chiesto di usare la propria esperienza per creare le playlist Sonos ufficiali. Brian usa un sistema molto dettagliato, ma anche gratificante, per creare queste playlist (troverai alcune delle nostre preferite qui sotto). Ecco i suoi tre consigli principali per creare una playlist personalizzata:
1: Fai tutte le ricerche necessarie
“Anche se pensi di essere ferrato su un determinato genere, stile o categoria musicale, è utile approfondire le conoscenze su Internet. Leggi i forum, dove ci sono tantissimi nerd musicali incalliti che hanno sempre qualcosa da insegnarti con i loro post. Scopri altre playlist: se vuoi creare una playlist jazz è probabile che il New Yorker abbia una playlist con i brani più famosi del genere, a cui puoi fare riferimento. Infine, dai un’occhiata alle playlist degli artisti sui servizi di streaming: sanno che gli altri artisti e i veri appassionati di musica le consultano e le valutano, quindi potresti trovare canzoni meno ovvie e conosciute. Considera tutte queste ricerche un’opportunità per ampliare le tue conoscenze musicali”.
2: Concentrati sull’ordine dei brani
“L’andamento è l’aspetto più importante. Il primo brano dà il la al resto della playlist. Quindi, se è molto veloce, forse è il caso di mantenere alto il livello di energia in tutta la playlist. Ma se vuoi che dia l’idea di un percorso o della scaletta di un DJ, puoi procedere per gradi. Poi puoi creare un ritmo alternato, con parti veloci e lente, note familiari e sorprendenti. Quando aggiungi le canzoni, inoltre, valuta gli abbinamenti. Se una canzone termina in modo molto potente e la successiva inizia con un tono molto sommesso, inverti l’ordine.
3: Modifica, modifica, modifica
“Una volta creata la playlist, ascoltala tante volte, dall’inizio alla fine. Poi, non ascoltarla per un po’ di tempo. Lascia passare più o meno una settimana e riascoltala per vedere se è ancora efficace. A ogni ascolto, scegli cosa aggiungere o togliere. Alcune canzoni non sono adatte alle playlist. Forse sono pensate per essere un tutt’uno con la canzone successiva. Magari contengono un interludio, quindi sarebbe come ascoltare solo una parte del messaggio della segreteria telefonica. Queste canzoni semplicemente non sono adatte alle playlist. Un altro aspetto da considerare è il volume, che in alcune canzoni è davvero basso. Per esempio, in una playlist destinata a una festa, se da una canzone con volume molto alto si passa a una con volume molto basso, l’andamento ne risentirà. È meglio anticipare quest’ultima o toglierla del tutto. Lo scopo delle playlist è creare una determinata atmosfera, perciò quando inserisci le canzoni pensa sempre all’obiettivo finale.
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